
LUOGO
COMMITTENTE
REALIZZAZIONE
SUPERFICIE LORDA
Una biblioteca di nuova concezione che si apre alla cittadinanza con spazi per diverse attività. Il concept nasce dalla reinterpretazione tridimensionale e architettonica di un'opera di Laszlo Moholy Nagy, Konstructions, Kestnermappe No. 6 del 1923. Sono presenti assonanze distributive con l’attigua biblioteca progettata dall’architetto Bruno Zevi, quali l'orizzontalità e l'asse centrale. Il risultato della metamorfosi tridimensionale del dipinto di Moholy Nagy è un dialogo tra Razionalismo e Movimento Organico, Bauhaus e architettura wrightiana. I piani inclinati e sporgenti si librano nello spazio sostenuti da tiranti che si ancorano alla quinta centrale. Il triangolo diventa una terrazza e genera un'area porticata per la biblioteca nella parte sottostante, mentre quello più allungato è una quinta zenitale che sfonda e taglia il monocromo scuro del tetto. Le linee romboidali diventano disegni di pavimentazione al piano terra o elementi di seduta all'aperto.
L'area del concorso funge da cerniera urbana tra la realtà del borgo antico di Beinasco e la recente realtà delle trasformazioni e delle espansioni urbane generate dallo sviluppo delle Fornaci prima e dalla fabbrica Fiat poi. Il "domani" di Beinasco è tra il suo passato remoto e il suo passato prossimo. Un futuro tra due passati che lo sostengono, lo orientano, lo spiegano. Un futuro che si chiama Cultura. L'edificio, con la sua nuova architettura, si staglia come un segno forte che incide il suolo, un riferimento nel contesto urbano, industriale e commerciale di Beinasco.
Il progetto nasce da un bando del PNRR; assicura la conservazione degli habitat presenti nell'area di intervento e della sua vegetazione ed il mantenimento dei profili morfologici esistenti. L'intento dell'Amministrazione è stato quello di recuperare l'area con l'obiettivo di rifunzionalizzarla al servizio della comunità e dell'habitat naturale circostante. Si prevede infatti di trasformare quest'area in un grande Parco della Cultura dove nuovi servizi e verde sono protagonisti. L'intervento è suddiviso in due lotti; il primo lotto di pertinenza dell'edificio e dell'area immediatamente circostante, il secondo riguarderà la realizzazione del parco verde più esteso.
La ricerca architettonica condotta per anni dall’architetto Roberto Apostolo sul rapporto Arte-Architettura, sviluppata negli anni presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, ha determinato questo esito. Infatti, è proprio l'opera artistica che in questa metamorfosi delinea con forza aspetti distributivi e cromatici. È la pittura e il suo autore a dialogare con il traduttore architettonico indicandone i percorsi e una delle tante possibili interpretazioni. Le scelte formali, strutturali e tecnologiche che ne derivano sono utili a impostare una sezione tipologica che attraverso le ali aperte ed esposte intende proteggere l'interno dall'eccessiva luce solare per creare spazi d'ombra verso il prato e il verde alto che circonderanno gran parte dell'edificio. È importante come si realizza questa traduzione. Con quali memorie e con quali linguaggi deve essere consonante con l'oggetto d'arte di origine, con la storia ma anche con la contemporaneità. In questo caso si tratta di orizzontalità, luce, dialogo con il verde circostante, linee tese e inclinate. Un caffè letterario, un dehors di un bistrot, dove dialogare, leggere e studiare a Beinasco, Torino. Un'architettura nata da un dipinto e da un notturno di Chopin.