Casa Giglio è un social-housing che ospita famiglie con bambini ospedalizzati al Pediatrico Regina Margherita di Torino. Si colloca al quarto piano del complesso del Seminario Arcivescovile di Torino, nel centro storico del capoluogo piemontese nell’isolato delimitato dalle vie XX Settembre, Cappel Verde, Porta Palatina e IV Marzo.

Il contesto

L’intero isolato dove si trova Casa Giglio è occupato quasi totalmente dai fabbricati che costituiscono il palazzo dell’ex Seminario Metropolitano di Torino, formatosi per fasi ed acquisizioni successive nel vasto periodo dal tardo Cinquecento al Novecento.

I locali oggi utilizzati da Casa Giglio erano in disuso dalla metà degli anni Ottanta del Novecento, mentre in precedenza le camere a questo piano erano state destinate ad allievi e docenti del seminario e più precisamente, dal 1967 al 1984, alle cosiddette “vocazioni adulte”, progetto fortemente voluto dal canonico Filippo Appendino insieme a padre Cesare Falletti. Nel 1943 erano stati oggetto di bombardamenti incendiari da parte dell’aviazione  alleata, durante la Seconda Guerra Mondiale, e per questo si presentano con parti di strutture in cemento armato, tipologia anomala per un fabbricato di impronta prettamente Settecentesca. La decorazione delle facciate esterne è particolarmente ricca nell’affaccio su Via XX Settembre, più sobria su Via Cappel Verde.

Il progetto

Casa Giglio  si sviluppa ad “elle” su via Cappel Verde e su Via XX Settembre. Le camere per gli ospiti, alle quali si accede da un ampio corridoio, hanno un carattere  essenziale e minimalista , ma molto curato nei dettagli e sono dotate di servizi igienici privati. Quattro camere grandi sul fronte strada, otto più piccole sul corridoio interno. Queste ultime affacciano sul bel cortile interno del palazzo del Seminario, a pianta quadrata, interamente porticato con un bella pianta di olivo al centro.

Il progetto di riqualificazione ha anche previsto il prolungamento dal terzo al quarto piano della scala in accesso da via Cappel Verde 2 con l’inserimento di un ascensore per il superamento delle barriere architettoniche. La manica su Via XX Settembre si articola in tre grandi stanze che vengono utilizzate dall’Associazione Giglio come uffici, sala ricreativa, sala giochi per i bimbi e cucina collettiva. La cucina è particolarmente interessante. La scelta progettuale è stata quella di collocare le attrezzature (piastre ad induzione, forni e lavelli) in posizione centrale, in modo tale che le persone, all’atto di cucinare, fossero quasi obbligate  a guardarsi l’un l’altra ed in qualche modo a condividere i gesti del preparare il cibo e gli stati d’animo della giornata.

Gli ospiti hanno a disposizione una lavanderia ed uno spazio neutro, per il relax, quale un soppalco ligneo dove sono collocate delle sedute per la lettura.

Di grande interesse storico e architettonico è stato l’intervento di restauro dei solai lignei settecenteschi che coprono la sala polivalente e la cucina. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Clemente Galleano e figli snc sotto il controllo attento della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, ed hanno riportato a nuova vita le belle strutture lignee a cassettoni, in precedenza nascoste da degradati controsoffitti in cannicciato e gesso.

Oggi Casa Giglio è una struttura molto attiva che dal 2019, quando si è stata aperta, ha accolto centinaia di famiglie.

Nel 2021 l’artista italiano Francesco Simeti ha disegnato una grande opera wall-papare on-site per Casa Giglio, sotto la curatela di a.titolo. L’opera accoglie gli ospiti nell’atrio di ingresso, è un messaggio di benvenuto basato sulla solidarietà. Rappresenta un paesaggio impossibile che mescola tradizioni culturali diverse per geografia e per epoca storica, specie vegetali ed animali provenienti da luoghi vicini e distanti.